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orcaimpetuosa
08-03-08, 01:21 AM
Mandrie mai estinte

Uno studio del genetista Antonio Torroni apparso su Current Biology rivela, nei bovini moderni, tracce genetiche di una razza selvatica considerata perduta

Nelle mandrie bovine moderne scorre sangue selvatico. È quello degli uri selvatici (Bos primigenius), antenati bovini creduti fino ad oggi estinti. Lo rivela una ricerca condotta da un gruppo di genetisti internazionali guidato da Antonio Torroni, del dipartimento di Genetica e microbiologia dell’Università di Pavia. Lo studio, che si è meritato la copertina di “Current Biology”, è il primo a compiere un’analisi filo-geografica di interi genomi mitocondriali di bovini per definirne l’origine genetica. Risultato: in alcune razze ci sono tracce degli uri europei.

L’uro era un animale di grossa taglia, con delle corna ricurve in avanti. La sua domesticazione in Medio Oriente, risalente a dieci mila anni fa, rappresentò una delle principali innovazioni del Neolitico con ripercussioni in campo sia culturale che socio-economico per le popolazioni umane che adottarono l’allevamento dei bovini. A partire dal XIII secolo d.C. l’areale degli uri si restrinse all’Europa dell’Est e il loro numero andò riducendosi fino all’ultimo esemplare documentato, una femmina morta in Polonia nel 1627.

Prima di estinguersi, però, secondo quanto rivela lo studio, due diverse popolazioni europee di uro riuscirono a trasmettere i loro geni alle razze domesticate di origine mediorientale. Analizzando 108 genomi mitocondriali i ricercatori hanno infatti rilevato che quasi tutti i campioni sequenziati appartengano a due linee genetiche, l’aplogruppo I, caratteristico dello zebu (Bos indicus), e l’aplogruppo T, tipico delle razze taurine (Bos taurus). Tre genomi, però, sono risultati appartenere a linee genetiche differenti, denominate P e Q: la prima di queste era comune nelle popolazioni di uro dell’Europa centro-settentrionale, e finora non era mai stata trovata in nessun bovino vivente ma solo nel Dna estratto dai resti ossei dell’animale. La seconda, finora ignota, è stata identificata nella razza Capannina, un tipo di bue autoctono ligure a rischio di estinzione, e potrebbe derivare da una popolazione particolare di uri con diffusione geografica limitata al Sud delle Alpi.

Ma come è stato possibile il trasferimento di geni dagli uri alle razze domesticate? Secondo gli scienziati ci fu un unico evento di domesticazione in Medio Oriente nel periodo Neolitico, a seguito del quale le mandrie domesticate e gli uri selvatici accompagnarono l’essere umano nelle sue migrazioni nel Vecchio Mondo: nonostante la probabile selezione messa in atto da agricoltori e allevatori per evitare il mescolamento fra mandrie domesticate e selvatiche, ci furono evidentemente casi di mescolamento genetico in Europa tra uri selvatici e bovini domestici. (r.p.)
http://www.galileonet.it/news/9529/mandrie-mai-estinte