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furettamilu
03-03-06, 03:29 PM
Iperadrenocorticismo del furetto

Dott Paolo Selleri, Roma



Cosa è l’iperadrenocorticismo del furetto?
L’iperadrenocorticismo del furetto è una condizione morbosa che interessa i
furetti sterilizzati. È caratterizzata da un ingrossamento delle ghiandole
surrenali che determina una esagerata produzione di ormoni sessuali. L’aumento
di volume delle ghiandole è quasi sempre una iperplasia del tessuto, cioè il
tessuto della ghiandola è sano, non è tumorale, ma è aumentata la produzione
di ormoni in conseguenza dell’aumento del numero di cellule. Con il passare
del tempo però può formarsi un adenoma.
L’adenoma è un tumore benigno che non da metastasi.
L’adenoma però se trascurato, ahimé, potrà diventare un
adenocarcinoma (tumore maligno).
Le surrenali sono due ghiandole che si trovano in cavità addominale vicino ai
reni. Producono un gran numero di ormoni ognuno fondamentale per il normale
funzionamento dell’organismo.
L’iperadrenocorticismo interessa in percentuale uguale i maschi e le femmine.


L’iperadrenocorticismo del furetto è una malattia simile a quello del cane?
Assolutamente No!
L’iperadrenocortismo del cane (chiamato anche Morbo di Cushing) è anche esso
da un disturbo endocrino che coinvolge le ghiandole surrenali ma è
caratterizzato da un aumento esagerato di un altro ormone: il cortisolo.
Anche se alcuni sintomi sembrano in comune nelle due malattie, le cause sono
diverse e quindi anche le terapie saranno diverse.


A quale età cominciano a comparire i sintomi?
Non c’è un momento preciso. La maggior parte dei soggetti comincia a
presentare i sintomi verso i tre-quattro anni di età. E’ vero che sono stati
riportati casi di furetti malati già a meno di un anno di età ma sono casi
estremamente rari ed improbabili.


Come faccio a capire se il mio furetto è malato?
I segni clinici della malattia si presentano molto lentamente. I sintomi più
frequenti sono caratterizzati da una mancanza di pelo sul corpo. La caduta del
pelo può cominciare dalla coda. Pian piano l’alopecia comincia ad estendersi
in maniera simmetrica ai fianchi, alla groppa e nei casi più trascurati può
interessare anche la testa.
Quando la furetta si ammala il sintomo più evidente è l’ingrossamento della
vulva che assume l’aspetto tipico di quando le furettine sono in calore.
Nel maschio i furetti malati possono avere un ingrossamento prostatico che
alcune volte arriva al punto di premere sull’uretra determinando notevoli
difficoltà a fare la pipì.
Un altro sintomo sempre presente è il prurito generalizzato a tutto il corpo.
Nei casi gravi il furetto può arrivare a dimagrire e diventando anche anemico.


Quali furetti sono più predisposti a questa malattia?
È ormai dimostrato che i furetti predisposti a questa malattia sono quelli che
sono stati sterilizzati troppo presto. Più tempo si aspetta a sterilizzare il
furetto tanto minore è la probabilità che possa dopo qualche anno comparire
l’iperadrenocorticismo.
Non si può dire però che furetti sterilizzati in Italia siano con certezza
esenti dal pericolo di questa malattia. Ci sono casi di furetti nati in Italia
e sterilizzati in età avanzata che si ammalano comunque di
Iperadrenocorticismo. Certo le probabilità che questo accada sono molto minori



È vero che furetti provenienti da alcuni allevamenti sono più predisposti di
quelli italiani?
Le ricerche più recenti non sembrano dimostrare che ci sia una componente
genetica nella predisposizione a questa malattia. Da ciò ne deriva che non è
vero che alcuni furetti sono geneticamente predisposti alla comparsa
dell’iperadrenocorticismo.
Però è vero che molti furetti che si trovano in commercio provengono da
allevamenti che al fine di rendere più “commerciabile” il loro prodotto,
sterilizza i furetti in età estremamente precoce (4-6 settimane). Questa
pratica aumenta le probabilità che dopo qualche anno compaia
l’iperadrenocorticismo.


Come si fa la diagnosi?
Esistono diversi metodi per fare una diagnosi.
I sintomi cutanei e l’età dell’animale superiore ai tre anni ci indirizzano
subito verso una malattia endocrina.
Non esiste un unico metodo. L’ecografia è il mezzo più utilizzato per fare la
diagnosi di iperadrenocorticismo. Con l’ecografia si possono ottenere molte
informazioni utili per gestire correttamente il caso. Innanzitutto riusciamo a
misurare la ghiandola determinando chiaramente se le sue dimensioni sono
aumentate, quanto sono aumentate e che aspetto ecografico ha. Inoltre
riusciamo a capire se entrambe le ghiandole sono aumentate di volume; questo è
molto importante ai fini della terapia. Non meno importante è il poter capire
se sono coinvolti altri organi o vasi limitrofi.
Un altro metodo è un’analisi del sangue con la quale si valutano i valori di
alcuni ormoni.
Entrambi i metodi hanno dei limiti e se si hanno dei dubbi è consigliabile
eseguirli entrambi.


Quale è la terapia?
La terapia migliore è l’intervento di asportazione della ghiandola surrenale
aumentata di volume. Questo può essere un intervento molto delicato data la
stretta vicinanza con i grossi vasi dell’addome, però è sicuramente la terapia
che risolve definitivamente il problema.
Esiste un’altra terapia che consiste in una iniezione fatta una volta al mese
ma, anche se determina un rapido miglioramento dei sintomi, non impedisce il
lento progressivo cambiamento del tessuto iperplastico della ghiandola in
tessuto tumorale.
Questa terapia va utilizzata solo in rari casi:
· quando il furetto ha altre gravi malattie che non gli consentono di
sopportare l’intervento;
· per prepararlo all’intervento chirurgico migliorando le sue condizioni
generali;
· quando la malattia è nella sua fase iniziale e pur essendo presenti i
sintomi a volte è possibile che ecograficamente non sia evidenziabile quale
delle due ghiandole è quella malata;
È importante sapere che una malattia come l’iperadrenocorticismo non mette il
furetto in pericolo di vita immediato. Quindi è importante portare il furetto
dal veterinario e con lui (o lei), una volta fatta la diagnosi, lavorare per
mettere il furetto nelle migliori condizioni per affrontare l’intervento. È
importante muoversi ai primi sintomi di malattia ma non si tratta di un
intervento che va affrontato in urgenza. Il passaggio dalla forma iperplastica
a quella tumorale è un processo lungo che richiede dei mesi. Ovviamente non
aspetteremo dei mesi per intervenire ma è molto più importante attendere
qualche settimana, mettendo il furetto in condizioni ideali e quindi portarlo
in sala operatoria.



Attenti a non esagerare con il panico!
Per capire se siamo di fronte ad un caso di iperadrenocorticismo serve la
consulenza di un veterinario specializzato. Molti dei sintomi descritti in
queste pagine possono essere presenti anche in animali perfettamente sani. Ad
esempio la perdita del pelo sulla coda o in alcune parti del corpo sono
frequenti in certi momenti dell’anno. In modo particolare alla fine
dell’estate i furetti possono presentare un ritardo nel completamento della
muta presentando un pelo più rado, questa è una condizione che torna alla
normalità nel giro di poche settimane.
Altre malattie che possono dare la mancanza del pelo sono ad esempio le
micosi, oppure alcune parassitosi.
Se avete dei dubbi non arrivate da soli a delle conclusioni ma fate visitare
il vostro furetto da un veterinario specializzato. Il vostro furetto potrebbe
non essere affetto da alcuna malattia, oppure da qualche altro disturbo che
non è l’iperadrenocorticismo ma qualcosa che richiede un intervento ben più
rapido.


Come faccio a prevenire questa malattia?
Pur essendoci ancora tante cose da capire di questa malattia è chiaro ormai
che l’unico metodo per diminuire le probabilità della sua comparsa è
posticipare la sterilizzazione in entrambi i sessi, attendendo almeno il
raggiungimento della maturità sessuale, e possibilmente ancora di più.
Molti veterinari in tutto il mondo sono impegnati nella ricerca di metodi di
prevenzione di questa malattia, soprattutto per aiutare quei furetti ormai già
sterilizzati. Purtroppo nulla è ancora scientificamente dimostrato e per il
momento l’unico metodo per limitare le probabilità di comparsa della malattia
rimane il posticipare la sterilizzazione.