sandy
03-11-05, 12:04 PM
UCCISE IL GATTO DELLA FUTURA MOGLIE NEL FORNO: GIOVANE BIELLESE CONDANNATO A TRE ANNI DI RECLUSIONE
Aveva ucciso un gatto mettendolo nel forno e costringendo la propria compagna a guardare la morte dell’animale minuto per minuto, un cittadino di Biella condannato dal giudice a tre anni di carcere. La storia risale a qualche anno fa, quando non era in vigore l’attuale legge contro i maltrattamenti: con la legge 189 del 2004 il giovane avrebbe pagato un prezzo ben più caro per la sua crudeltà, più grave perché non si è trattato di un delitto rapido, ma la morte del felino è stata lenta quanto dolorosa. Anche se non è stato condannato per questo motivo, ma a causa del sequestro di persona di quella che all'epoca era la fidanzata, non si può non considerare giusta una condanna che mette dietro le sbarre una persona capace di tali azioni; la compagna di allora è oggi la moglie del giovane; la donna ha ritirato la denuncia presentata all'epoca giungendo a sposarlo all'interno del carcere dov’era tenuto sotto custodia, accettando il pentimento mostrato dall'uomo; ma data la gravità del reato commesso, il procedimento è andato avanti d'ufficio, culminando in una condanna esemplare.
La pena è stata aggravata dal fatto che il giovane aveva già dei precedenti, che gli sono costati, oltre ai tre anni della condanna, anche cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e la negazione dell'istanza di arresti domiciliari. Verdetto impeccabile, che ha il plauso dell'Enpa per una pena inflitta a chi, senza pietà, ha tolto la vita a un animale gustandone l'agonia. (2 novembre)
enpa
Aveva ucciso un gatto mettendolo nel forno e costringendo la propria compagna a guardare la morte dell’animale minuto per minuto, un cittadino di Biella condannato dal giudice a tre anni di carcere. La storia risale a qualche anno fa, quando non era in vigore l’attuale legge contro i maltrattamenti: con la legge 189 del 2004 il giovane avrebbe pagato un prezzo ben più caro per la sua crudeltà, più grave perché non si è trattato di un delitto rapido, ma la morte del felino è stata lenta quanto dolorosa. Anche se non è stato condannato per questo motivo, ma a causa del sequestro di persona di quella che all'epoca era la fidanzata, non si può non considerare giusta una condanna che mette dietro le sbarre una persona capace di tali azioni; la compagna di allora è oggi la moglie del giovane; la donna ha ritirato la denuncia presentata all'epoca giungendo a sposarlo all'interno del carcere dov’era tenuto sotto custodia, accettando il pentimento mostrato dall'uomo; ma data la gravità del reato commesso, il procedimento è andato avanti d'ufficio, culminando in una condanna esemplare.
La pena è stata aggravata dal fatto che il giovane aveva già dei precedenti, che gli sono costati, oltre ai tre anni della condanna, anche cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e la negazione dell'istanza di arresti domiciliari. Verdetto impeccabile, che ha il plauso dell'Enpa per una pena inflitta a chi, senza pietà, ha tolto la vita a un animale gustandone l'agonia. (2 novembre)
enpa