SULLA SELEZIONE, SUL RUOLO DELLA S.A.S. E SUL RAPPORTO CON L’E.N.C.I.

SULLA SELEZIONE, SUL RUOLO DELLA S.A.S. E SUL RAPPORTO CON L'E.N.C.I.

Per una maggior comprensione.

SULLA SELEZIONE, SUL RUOLO DELLA S.A.S. E SUL RAPPORTO CON L’E.N.C.I.

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Prima cosa da chiarire

la SV tedesca è equiparabile all’ENCI italiana, gestisce la razza in forma privata sia dal punto di vista cartaceo che da quello proventi: quindi intasca soldi dagli affiliati e per conto di essi controlla cuccioli e ne gestisce certificati e

risultati. L’ENCI gestisce la parte cartacea e i proventi di tutto l’allevamento italiano, la SAS non è altro che una società specializzata di razza con statuto proprio, che viene mantenuta attiva con una propria quota sociale corrisposta dai soci (c.a 7000).

L’ENCI, ovviamente, gestisce tutte le razze in modo uniforme regolamentandole allo stesso modo, quindi a livello decisionale il Puli e il Pastore Tedesco hanno stessi diritti e doveri. Senza voler togliere niente agli altri, non si ritiene giustificato questo comportamento. Sulla base di questo è da tempo che si sono richieste forme di indipendenza da parte delle varie società di razza specializzate che abbiano interessi di collaborazione con Enti esteri e che possano dimostrare statuti funzionalmente validi e qualificati.

Secondo punto:

se valutiamo il numero di titolari di affisso che allevano il Pastore Tedesco, in Italia, penso o credo dovrebbero aggirarsi tra i 250 o 300, e valutiamo il numero di verifiche displasia, a cui vengono sottoposti soggetti destinati, poi, alla selezione, pari a circa 3000 verifiche, trasportiamo il tutto al numero di Pastori Tedeschi iscritti all’ENCI, ogni anno, pari a circa 24000-25000, balza all’occhio che i numeri pendono dalla parte di una devianza dell’allevamento atto più alla produzione di cuccioli commerciali o in ogni caso di scarso valore zootecnico che non ad una selezione di razza.

Questo tradotto in valori porta a una svalutazione del prodotto verso il basso, costringendo l’allevatore al risultato menzionato dall’amico Mauro Zanzi (vedi intervista).

Risultato? verificare i cani tatuati con affisso e i cani tatuati con numerazione ENCI.
Il terzo punto introduce, proprio, come gestire questo fenomeno. Ad una tua domanda precisa fatta a Mauro e precisamente “Lei si impegna a collaborare con chi ha preso un suo cucciolo nel futuro” la risposta è stata praticamente inequivocabile “sempre a disposizione”.

Ciò che voglio dire riassumendo è che non ritengo valido l’operato di chi si improvvisa produttore facendo accoppiare la sua femmina con il cane del vicino….così tanto per vedere cosa succede….creando poi quei “cani lupo”, che tu menzioni, con pelo bianco e nero, testa da collie, magari speronati, tanto belli da non avere mercato e in ogni caso svenduti ai quaranta giorni per mancanza di spazio. Non trovo giusto che l’allevatore sia costretto a produrre cuccioli sottocosto per poter affrontare un mercato inflazionato nell’intento di recuperare le somme necessarie alla selezione dei propri soggetti. Non ritengo giusto che i commercianti speculino sulla produzione nazionale trattandola alla stregua di quella d’importazione mascherando la cosa come indispensabile dato l’andamento del mercato stesso.

Questo è comunque un problema grande difficile da definire per intero e passibile di diverse interpretazioni, ribadisco sono solo mie congetture.

Tengo però a riportare alcune regole ed esborsi dell’allevatore:


tralasciamo il sano mantenimento medico-nutrizionale della fattrice, partiamo da una cucciola svezzata a 45gg e alimentata con mangime di media qualità 350-400 gr/g per un periodo pari a circa 180gg, doppia sverminazione e ciclo completo vaccinazioni. Ai 180 giorni lastra preventiva per la verifica della displasia. Il soggetto sano (lascio a voi il destino di quelli malati anche se la soluzione di selezione è una sola) viene portato all’anno di età con mangime specifico di media qualità 400-460 gg/g. A un anno lastra definitiva della displasia alle anche e ai gomiti con ricerca del DNA.

Inizio fase di addestramento c/o centro specializzato: conseguimento brevetti, giudizio morfologico in manifestazione ufficiale, prova di resistenza, prova di selezione(nel caso del fai da te i costi di realizzo non sempre vengono ridotti in quanto il tempo necessario all’ottenimento dei risultati può essere quantificato nel medesimo modo).La femmina a questo punto è in regola con tutti i documenti e possiamo accoppiarla con un maschio al costo relativo al valore del medesimo: previste possibilità cagna gravida, cagna vuota fertile, cagna vuota sterile.
Quindi se, se, se, e ancora se tutto va bene si ricomincia con qualche altro figlio. Moltiplichiamo il tutto per i soggetti presenti nell’allevamento ed ecco fatto: signori allevare che “passione”.


Le lire mettetele voi a quanto riportato sopra, poi aggiungete viaggi in auto, giornate impegnate, insoddisfazioni varie, arrabbiature, litigi familiari, e avrete completato il quadro.

La situazione della società specializzata SAS assomiglia all’andamento del governo, le cariche sono ambite sia per prestigio che per interesse, ogni governante poi da una sua impronta alla gestione e questa non sempre viene condivisa. Per questo però ti suggerisco di partecipare Venerdì 09/03/04 alla riunione c/o la SAS sede centrale di Modena dove si avranno dei chiarimenti da parte del CDN ai soci.

Ciò che a me spiace però in maggior modo è che 20 anni fa alle gare SAS, Sezionali, Regionali ecc. la partecipazione era molto numerosa, sia di concorrenti che di pubblico, le manifestazioni erano un valido palcoscenico da un lato per misurare i propri soggetti con gli altri e dall’altro lato per portare l’interesse verso un certo tipo di soggetto anche a chi doveva operare un acquisto. Alle spalle l’agonismo era in ogni caso alto ma forse c’era più sportività e del fattore interessi si era ancora in una fase accettabile, ora tutto segna un passo peggiore, si ha più affluenza in una mostra mercato che in una esposizione ufficiale.
Tutte queste che sembrano farneticazioni le puoi trovare celate tra le risposte dell’amico Zanzi, oppure intorno ai tavoli delle sezioni.

Chiaro che il Pastore Tedesco merita molto più di quello che oggi possiamo offrirgli e non solo perché a Rex non gliela si può fare.

Nella recente riunione del 09 u.s. tenutasi a Modena c/o la sede Walter Gorrieri, alla presenza dei, ha chiarito alcune situazioni riguardanti la sede SAS centrale (voci di corridoio parlavano di un suo possibile trasferimento in altra sede nazionale) che rimarrà a Modena, e ha parlato della sospensione dell’ex presidente Roman nonché di alcune problematiche inerenti al nuovo statuto in ottemperanza alle disposizioni ENCI.

Le cose importanti si riassumono sostanzialmente in due programmi: il primo prevede la tanto sospirata differenziazione dei certificati di cuccioli ottenuti da cani provvisti del solo LOI e di quelli provvisti di selezione; pare che l’ENCI abbia accettato il programma consentendo la verifica dei cuccioli da esperti di razza.
Il secondo parla di un nuovo sistema elettorale, per le cariche delle società specializzate: le votazioni non potranno più essere operate per posta, ma si andrà alle urne in sede unica e ogni socio potrà allegare una sola delega. La cosa porterà senz’altro una riduzione dei votanti in quanto la sede ipotizzata sarà presumibilmente nel centro Italia per essere equidistante da Nord e Sud, i costi però di trasferimento risulteranno proibitivi per molti che diserteranno le urne. Pensare che ogni regione ha un suo presidente e una propria gestione regionale, che ogni regione è costituita da Sezioni auto gestite con propri presidenti ecc.…penso che i metodi per permettere ai vari associati di votare, certamente dentro una sede debitamente allestita , ma comoda a “tutti” sono facilmente individuabili si tratta solo di avere un po’ di buon senso.

Si è parlato anche del decreto Sirchia e del futuro delle razze da utilità e difesa, del loro addestramento e di quanto si potrà fare per verificarne le doti caratteriali. A tal proposito vi segnalo una cosa: avete notato che da settembre 2003, periodo in cui è ricominciato il campionato di calcio e tutte le manifestazioni invernali, periodo in cui si sono riaperti i dibattiti politici, periodo in cui Parmalat ha assorbito l’interesse dell’opinione pubblica, da quel momento i cani hanno smesso di mordere?! Di colpo sono diventati tutti bravi e mansueti, le notizie di aggressioni e misfatti, sino a quel momento all’ordine del giorno, di colpo sono sparite. Probabilmente il freddo ne ha raffreddato i bollori e gli istinti(tutti compresi, cani, sanità, media, uomini con cani, cani con uomini).

L’attività cinofila comunque continua e gli sforzi per riportarla all’antica mera passione scevra da soli, anche se inconfutabili, interessi economici non sono pochi e richiamano alla memoria esempi di altre situazioni analoghe dove per uno che lavora in buona fede vi è uno che pensa di gestirlo sedendo su una sedia.

In ogni caso mi auguro quanto prima di vedere i due piccoli in foto girare nei ring, con il proprio baby al guinzaglio , e come primi attori ascoltare il giudizio del giudice come si ascolta il parere di un padre che solo alla propria coscienza dovrà poi rendere conto di quello che ha detto.

Massimo Bocchetta

Qui sotto, pubblichiamo la lettera alla SAS inviata da Massimo al presidente Roman ,pubblicata anche nel n° 123 della rivista Pastore Tedesco anno 2003 ,con annessa risposta del
presidente, nella lettera viene esternata una forte preoccupazione che riguarda molti allevatori, i quali si sentono poco tutelati nel loro lavoro e non vedono riconosciute e valorizzate le differenze
sostanziali esistenti fra chi alleva e seleziona principalmente per passione e chi soprattutto per lucro.
Il problema non è l’orrore del guadagno, come qualcuno, sprovvedutamente può obbiettare, ma si tratta di riconoscere il giusto compenso esclusivamente in funzione della serietà e delle capacità di un allevatore.

Relazione S.A.S.

Sabato 11/01/2003

Nella giornata odierna ho assistito alla riunione per responsabili settore allevamento e tecnico indetta dall’attuale presidenza.

Non rientrando nella cerchia degli aventi diritto alla parola, in quanto solo socio allevatore ma senza obblighi di “responsabilità” di settore, mi sono permesso di analizzare quanto esposto dal Sig. Presidente Roman e soprattutto di trarre delle conclusioni in base a sue esplicite risposte a domande formulate.

Ritengo senz’altro doveroso congratularmi con l’attuale Direttivo per quanto svolto e operato nel triennio.

È insindacabile che ogni individuo, gruppo o istituzione che opera e lavora in modo effettivo e sulla base di ragionati programmi, indipendentemente che questi siano in linea( impossibile) con le idee di tutti, debba essere gratificato del massimo rispetto per quanto di positivo ha potuto fare, e da quanto relazionatoci è stato tanto, e anche nell’eventualità di errori o inadempienze, commesse, che sempre contraddistinguono il lavoro umano; non bisogna dimenticare che sbaglia solo chi lavora e solo dagli sbagli è possibile riconoscere i giusti percorsi da seguire.

Doveroso e sentito preambolo, vorrei sottoporre all’attenzione del Sig. Presidente Roman un grosso dubbio che mi assilla e che trova riscontro da certe situazioni che, ormai, sono una costante nella nostra Società:
mi riferisco al fatto dell’attuale situazione di stallo nella certificazione dei cuccioli di pastore tedesco e nella discordanza con l’ENCI per quella che vorrebbe e dovrebbe essere la regola richiesta dalla S.A.S..
Se ho ben capito si è ancora in alto mare per quanto riguarda la differenziazione dei certificati dei cuccioli provenienti da riproduttori selezionati rispetto a quelli non.

Sulla base di questo ritengo vi sia una grossa incongruenza tra l’operato del Direttivo che, se da una parte ha senz’altro schiacciato sull’acceleratore della maggiore preparazione dei cani, in addestramento, portandoli a un grado di perfezione maggiore( chiaro in linea con le direttive d’oltralpe) ma con costi addizionali maggiori e soprattutto rendendo quasi impossibile la preparazione di un soggetto all’allevatore appassionato, ma non “addetto ai lavori”, rispetto alla salvaguardia, poi, degli interessi dell’allevatore stesso che non viene cautelato in alcun modo rispetto a coloro che, in linea con le disposizioni ENCI.

nulla devono ai propri soggetti, nulla devono alla società SAS, e nessuna regola devono seguire nella produzione di cuccioli che in ogni caso accontentano la richiesta del mercato, e soprattutto la domanda dell’acquirente profano, con costi produttivi ridottissimi e per i quali il discorso” certificato” risulta una formalità legata alla sola verifica visiva del controllore cucciolate dell’ENCI.
Quanto esposto è una semplice e dolorosa constatazione che però propone un grosso dilemma:

curare il malato con un farmaco letale per il medesimo, per gli effetti collaterali indesiderati, è meglio o peggio che curarlo con farmaci “forse” più indicati, e meno dannosi, magari più accortamente scelti e impiegati( anche se poi con medesimo risultato finale ma in tempi più lunghi)?

Proporre soggetti con gradi di preparazione non estremizzati, cosa peraltro ottenibile anche a posteriori, su quelli preposti a confrontarsi con i soggetti d’oltralpe, permetterebbero senz’altro di limitare i “danni” tradotti in costi e senza correre i rischi di materiale perso per la strada, dando la soddisfazione agli allevatori appassionati di prepararsi i propri soggetti in casa e di poter maturare “professionalmente” pari passo alla maturazione auspicabile dell’ENCI in merito al problema succitato(nota: allevare non vuol dire anche saper addestrare e viceversa).

In ultima analisi ritengo il super cane prodotto interessante solo negli scambi tra allevatori professionisti ,o in ogni caso all’interno del circuito di allevamento, con una scarsità di richiesta elevatissima rispetto alla effettiva offerta.
Presidente intorno ai ring non si respira più l’aria della passione sportiva, ha visto le occhiate in cagnesco, le liti per futili motivi, la malafede, l’inevitabile contestazione molesta ma mai costruttiva, ha visto che i privati i curiosi gli amanti del cane si sono allontanati dalle nostre manifestazioni e nei loro commenti vi è sempre più disprezzo per i nostri metodi e per quello che rappresentiamo.

Signor Presidente siamo considerati sempre più frequentemente cagnari e non cinofili, trafficanti e non produttori DOC, questo è un male, soprattutto per il rispetto che merita il nostro Pastore Tedesco, indipendentemente dalla mole di esercizi e dalla perfezione di esecuzione in cui riesce a farli.

Questa mia riflessione mi lascia il dubbio, sul quale vorrei il suo parere, che forse accettare il calciatore professionista non vuol dire vietare o eliminare il calcio dell’oratorio, dal quale poi non è detto che non possano uscire talenti sconosciuti, che viene praticato non dalle poche centinaia di eletti ma da tutti quelli che amano anche il solo pedatone al pallone. Forse la S.A.S deve dimostrare di essere tanto grande e lungimirante da non dover dipendere da regole imposte da altri, nel rispetto di dogmi non sempre al di sopra degli interessi personali, ma che è in grado di accettare la giusta maturazione dei suoi affiliati, nel rispetto dei tempi tecnici necessari, proponendo senz’altro le strade giuste da percorrere ma adeguandosi anche alle necessità di tutti gli allevatori sportivi che, non senza sforzi economici, permettono alla nostra Società di essere la più grande realtà cinofila attiva operante sul territorio nazionale.

Massimo Brocchetta

All.Della Corte Fiorita

Novellara (Re)